December 22, 2024

Il designatore arbitrale Gianluca Rocchi è aperto al suggerimento di introdurre una VAR Challenge per gli allenatori e ammette di “non essere soddisfatto” dell’arbitraggio in Serie A questo fine settimana.

La controversia continua dopo un fine settimana con molti rigori assegnati e diverse interpretazioni dei falli, in particolare quando si tratta di arbitri italiani e delle loro controparti europee.

“Il nostro piano sarebbe quello di avere operatori VAR specializzati, perché abbiamo notato che hanno una filosofia leggermente diversa. La separazione è fondamentale, quindi se lavoriamo con un piccolo gruppo, le interpretazioni non saranno così varie”, ha affermato Rocchi a un evento della FIGC.

“Anche se vengono spesso criticati, i nostri funzionari VAR sono molto apprezzati e riceviamo regolarmente offerte per farli lavorare all’estero. Ciò dimostra che stiamo facendo un buon lavoro”.

Rocchi aperto a nuove opzioni VAR
La Serie A è stata la prima lega importante a introdurre il Video Assistant Referee ed è all’avanguardia nei nuovi sviluppi, quindi il Presidente della Federazione Gabriele Gravina ha chiesto alla FIFA di iniziare a sperimentare una VAR Challenge.

Sarebbe simile al tennis, dando a ogni allenatore un numero stabilito di challenge che può richiedere alla VAR di valutare, perdendoli se si rivelano errati.

“Non posso dire troppo a riguardo, perché è già in discussione all’IFAB”, ha risposto Rocchi.

“Per quanto riguarda la challenge, è una soluzione alternativa, o meglio potrebbe diventare una soluzione complementare per il calcio di alto livello. L’obiettivo finale è prendere le decisioni giuste.

“L’esperimento che abbiamo fatto è stato un torneo con pochissime telecamere, ma con più potremmo avere la doppia soluzione del VAR normale e della versione Challenge”.

È stato chiesto a Rocchi se fosse soddisfatto dell’arbitraggio nelle partite della settimana 7 di Serie A e la sua risposta è stata tanto schiacciante quanto breve. “No”.

Tra le decisioni controverse c’erano diverse interpretazioni di incidenti simili, come cartellini rossi diretti e rigori, con l’allenatore del Milan Paulo Fonseca che si lamentava che il calcio moderno stava diventando un “circo” e che le abrasioni alla punta delle dita portavano ai calci di rigore.

“Abbiamo 46 arbitri, quindi o metti un microchip in tutti loro o hanno tutti la loro mente e filosofia. L’obiettivo è avere un approccio comune e l’ideale sarebbe un accordo al 100%, ma è praticamente impossibile con gli esseri umani. Anche quando le regole sono scritte molto chiaramente, ci sarà sempre spazio per l’interpretazione”.

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