Walter Sabatini, una figura di spicco nella dirigenza calcistica italiana, ha condiviso i suoi pensieri sinceri sul presidente dell’Inter Giuseppe Marotta in una recente intervista al Corriere della Sera. Sabatini, noto per la sua natura schietta, ha fornito informazioni sul suo rapporto con Marotta e sui loro diversi approcci alla dirigenza calcistica.
Sabatini ha iniziato riconoscendo un legame personale con Marotta, affermando: “Ho affetto per lui perché quando giocavo a Varese, era un ragazzino che si allenava con noi ed era bravo”. Tuttavia, ha subito chiarito che questo affetto non si traduce in ammirazione professionale.
Il veterano direttore sportivo ha continuato a spiegare il netto contrasto tra i loro stili di gestione. “Non sono un suo ammiratore: non sono come lui”, ha dichiarato Sabatini. Si è descritto come “un provocatore, litigioso”, evidenziando la sua tendenza a sfidare lo status quo.
Al contrario, Sabatini ha caratterizzato l’approccio di Marotta come più conciliante, osservando: “Lui aggiusta sempre tutto”. Questa differenza nella gestione dei conflitti e delle sfide sembra essere un punto chiave di divergenza tra i due dirigenti.
Forse l’affermazione più sorprendente è arrivata quando Sabatini ha riflettuto sulla sua traiettoria di carriera: “Mi sono dimesso circa venti volte dal lavoro che amo, Marotta non l’avrebbe mai fatto”. Questo commento sottolinea la volontà di Sabatini di intraprendere azioni drastiche basate sui principi, anche a costo della sua posizione, un tratto che suggerisce non sia condiviso da Marotta.