March 23, 2025

Il 22 marzo 2000 fu una delle ultime grandi notti europee della Lazio. Allenati da Sven Goran Eriksson, i biancocelesti fecero irruzione a Stamford Bridge battendo il Chelsea per 1-2 nell’ultima partita della seconda fase a gironi della Champions League. A quei tempi, la Lazio era una forza da non sottovalutare in Serie A, tanto che la stagione 1999/2000 si sarebbe conclusa con le Aquile romane che sollevarono il trofeo dello Scudetto per la seconda volta nella loro storia.

Anche in Europa, la Lazio non doveva sbagliare. Nella stagione precedente, con Christian Vieri in attacco, avevano avuto l’onore di vincere la finale dell’edizione della Coppa delle Coppe, appena prima che questo iconico torneo venisse assorbito da una Coppa UEFA allargata.

Questa volta, parteciparono alla nuova Champions League, il cui formato era stato anch’esso ampliato per includere 32 squadre. Nella seconda fase a gironi, il cammino dei biancocelesti incrociò quello del Chelsea. I Blues erano ancora ai tempi pre-Roman Abramovich e quella era la prima volta che si esibivano nella massima competizione europea.

Il Chelsea aveva un’anima italiana, Gianluca Vialli era il loro allenatore e Gianfranco Zola guidava il loro attacco. A centrocampo, il loro futuro allenatore Roberto Di Matteo teneva ancora duro. Vecchi veterani come Marcel Desailly e Didier Deschamps della Francia hanno aggiunto esperienza a un club ambizioso che era ansioso di trovare il suo posto tra l’aristocrazia del calcio europeo.

Tuttavia, una rapida occhiata alla formazione della Lazio mostra come fosse perfettamente normale a quei tempi considerare i Biancocelesti come favoriti per la vittoria. La Lazio presentava, tra gli altri, l’attuale allenatore dell’Atleti El Cholo Simeone, i dinamici centrocampisti argentini Matìas Almeyda e Juan Sebastian Veron, la futura leggenda della Juventus Pavel Nedved e l’attuale allenatore dell’Inter Simone Inzaghi.

In panchina si potevano vedere i volti di Sergio Conceicao, che al momento sta cercando di ottenere qualcosa dalla stagione disastrosa del Milan, e Roberto Mancini, che si vocifera possa essere un possibile candidato per il posto alla Juventus dopo che la sua esperienza alla guida dell’Arabia Saudita si è conclusa bruscamente.

Quella sera di Champions League, l’uruguaiano Gustavo Poyet ha aperto le marcature per la squadra di casa poco prima dell’intervallo. La Lazio, tuttavia, è riuscita a rimontare e a portare a casa tutti e tre i punti in palio, con Simone Inzaghi che ha pareggiato prima che Sinisa Mihajlovic fissasse il punteggio sul 2-1 con, indovinate un po’, un calcio di punizione. I biancocelesti sono poi riusciti a resistere alla tempesta finale dopo che il loro difensore irascibile Fernando Couto (sorpresa, sorpresa) è stato espulso.

La corsa della Lazio si sarebbe conclusa nei quarti di finale, soccombendo complessivamente per 3-5 alla stella nascente Valencia di Hector Cuper. Ad oggi, questo è ancora il miglior risultato mai ottenuto dai biancocelesti nella massima competizione europea.

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