March 26, 2025

Verso la fine degli anni ’80 e, in particolare, nella stagione 1989/90, Napoli contro Juventus fu praticamente una partita asimmetrica in Serie A.

Da un lato, i Partenopei stavano vivendo gli anni migliori della loro storia, abbagliati dalla magia di Diego Maradona. Dall’altro, i Bianconeri stavano attraversando uno dei loro (molto rari) periodi bui, mentre il club lottava per rimodellare la propria identità dopo la partenza di Michel Platini qualche anno prima.

Sebbene la Juve godesse di migliori fortune in Europa, a livello nazionale non era stata una vera contendente allo Scudetto dal 1986. Quindi, quando si recò a Napoli il 25 marzo 1990 per affrontare i Partenopei, la situazione era segnata.

Quel che è peggio per la Vecchia Signora, si è scoperto che Maradona era in uno dei suoi giorni, dato che aveva portato a termine il lavoro nella prima mezz’ora di gioco. Ha fatto il primo sangue con un tocco mortale di sinistro che ha lasciato senza parole il povero Stefano Tacconi. Poi, ha raddoppiato il vantaggio del Napoli con la specialità della casa: una punizione non incredibile come quella passata alla storia come la migliore mai calciata in Serie A, ma comunque piuttosto buona.

Nella ripresa, il difensore Gigi De Agostini ha dimezzato il distacco della Juve dal dischetto, ma Giovanni Francini ha segnato il triplo per il Napoli solo tre minuti dopo.

Grazie a questa vittoria per 3-1, il Napoli ha mantenuto il secondo posto in campionato, un punto dietro il Milan di Arrigo Sacchi, a quattro giornate dalla fine. Avrebbero superato i rossoneri all’ultimo giro, collezionando la loro seconda vittoria in Serie A della storia, grazie a una controversa vittoria a tavolino sull’Atalanta e al suicidio del Milan a Verona.

La Juventus, d’altra parte, si è consolata con la Coppa UEFA, che ha vinto poche settimane dopo sconfiggendo la Fiorentina in una finale tutta italiana.

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