
Quando Lazio e Roma si sono scontrate a gennaio, Marco Baroni è arrivato allo Stadio Olimpico pieno di fiducia dopo una prima parte di stagione strepitosa.
Nonostante lo scetticismo dei tifosi, il 61enne si stava dimostrando l’allenatore ideale per supervisionare il passaggio generazionale a Formello, come profetizzato da Angelo Fabiani.
Durante i suoi primi mesi alla guida, la squadra di Baroni ha dato il massimo: si è affermata come la migliore tra le 36 squadre partecipanti alla fase a gironi di Europa League, ha eliminato il Napoli dalla Coppa Italia con una prestazione sensazionale e, a un certo punto, si è persino ritrovata in lizza per lo Scudetto.
La sconfitta per 0-6 contro l’Inter è stata considerata un’anomalia isolata, mentre qualche altro intoppo non è bastato a far deragliare l’entusiasmo generale. Tuttavia, chi ha familiarità con la calda e spietata atmosfera romana vi direbbe che il Derby è tutta un’altra storia, e iniziare l’anno con una sconfitta nel derby era un pessimo presagio per i superstiziosi.
Non possiamo esserne del tutto certi se questo sia stato davvero il punto di svolta nella stagione della Lazio, ma i risultati dipingono un quadro chiaro: la Roma è in ascesa da allora (cavalcando una striscia di 15 partite imbattute), mentre i biancocelesti hanno perso tutto lo slancio iniziale.
In questo senso, Baroni ora si avvicina pericolosamente alle orme di Stefano Pioli. L’attuale allenatore dell’Al-Nassr ha vissuto una sensazionale prima stagione a Formello, guidando il club verso il terzo posto, ma il suo straordinario lavoro è stato vanificato da una seconda stagione deludente.
La carriera di Pioli nella Lazio si è conclusa il 3 aprile 2016, quando Claudio Lotito gli ha messo la porta alle spalle dopo essere stato sconfitto nel derby. Curiosamente, questa rimane l’ultima stagione in cui la Roma ha completato la doppietta contro la Lazio, un’impresa che Baroni DEVE assolutamente evitare.
Ovviamente, ci sono delle differenze tra i due casi, dato che la carriera di Pioli nella Lazio non si è sgretolata così rapidamente, con un’ascesa e una caduta che si sono estese per quasi due anni. Tuttavia, le somiglianze sono troppo evidenti per essere ignorate, dato che entrambi gli allenatori sono inizialmente riusciti a ottenere ottimi risultati, pur mostrando un approccio progressista, prima di subire un brusco declino.
In questa stagione, Gustav Isaksen, Nicolò Rovella e Mario Gila hanno fatto passi da gigante sotto la guida dell’ex allenatore di Lecce e Verona.
Pertanto, molti a Formello si rammaricherebbero della sua partenza, poiché sarebbe un peccato vederlo partire prima di averlo visto lanciare verso la fama giocatori del calibro di Reda Belahyane e Oliver Provstgaard, così come altri giovani promettenti che il club potrebbe acquistare in estate. Tuttavia, Baroni può ottenere la sua conferma solo con una tempestiva riscossa che risollevi la squadra dal suo stato di caos, e questa resurrezione deve iniziare dal Derby, perché come direbbe Pioli, potrebbe essere troppo tardi, soprattutto quando la posta in gioco è così alta.
A differenza di Pioli, Baroni non verrebbe esonerato in seguito a una sconfitta nel Derby, ma quando la dirigenza farà le sue valutazioni a fine stagione (come promesso da Fabiani), questo potrebbe essere il fattore che fa pendere la bilancia a favore di un cambio di allenatore.