May 23, 2025
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Nel calcio, la grandezza non si costruisce solo nel corso delle stagioni: può essere distrutta in un solo istante. Ieri sera a Bologna, il centrocampista della Juventus Alberto Costa ha scoperto quanto possa essere spietato il gioco.

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Un tempo acclamato come il futuro del centrocampo del club, Costa è ormai il passato. La Juventus ha annunciato la risoluzione del suo contratto, descrivendo il giocatore come “un fallito nel soddisfare anche le minime aspettative di professionalità, impatto e rendimento”.

Il comunicato ufficiale del club, rilasciato poche ore dopo la sconvolgente sconfitta per 2-1 contro il Bologna, non ha risparmiato ambiguità. “La Juventus Football Club conferma l’immediata liberazione di Alberto Costa. Le recenti prestazioni del giocatore, culminate in una prestazione inaccettabile contro il Bologna, non hanno rispecchiato gli standard di questa istituzione. Andiamo avanti senza di lui”.

Non è stata solo una partita persa, ma una reputazione distrutta.

Una notte da dimenticare, un’eredità cancellata

Per Costa, è stato un orrore fin dal fischio d’inizio. Incaricato di dettare il ritmo e di fungere da ponte tra difesa e attacco, il ventiquattrenne ha invece offerto un caotico mix di indecisioni, passaggi fuori posto ed errori di posizione lampanti. Il suo momento più imperdonabile è arrivato al 68° minuto: un retropassaggio lento e poco preciso che è stato facilmente intercettato da Marco Sansone del Bologna, che ha insaccato con gioia alle spalle di Szczęsny, regalando il vantaggio ai padroni di casa.

La reazione di Costa? Un crollo in ginocchio, la testa tra le mani, non solo per il gol, ma per la schiacciante consapevolezza che quello era il momento in cui la sua carriera alla Juventus si stava disfacendo.

L’allenatore Simone Dell’Acqua non ha usato mezzi termini nella conferenza stampa post-partita. “Avevamo bisogno di leadership, intensità e visione di gioco. Stasera Costa non ha ricevuto nulla di tutto ciò. Non ha solo giocato male, ha deluso la squadra quando contava di più”.

Da promessa a paria: il declino di Alberto Costa

Non è sempre stato così. Quando Costa arrivò alla Juventus dal Braga nell’estate del 2023, era considerato il futuro centrocampista di punta. Tecnicamente dotato, tatticamente intelligente e senza paura di correre rischi: sulla carta, era il naturale successore di campioni del calibro di Claudio Marchisio e Miralem Pjanić.

Ma la carta non racconta mai tutta la verità.

Nonostante sprazzi di brillantezza nella sua prima stagione, la traiettoria di Costa subì un allarmante declino nel 2024. Infortuni, incostanza e segnalazioni di un atteggiamento negativo in allenamento iniziarono a perseguitarlo. Persone interne suggeriscono che abbia lottato con la pressione di giocare per un club in cui “vincere è l’unico risultato accettabile”. Un membro dello staff, parlando in forma anonima, ha dichiarato: “Costa non ha mai capito la mentalità della Juventus. Giocava come se aspettasse che qualcun altro guidasse”.

Quando scese in campo contro il Bologna, Costa era già in difficoltà. Quel ghiaccio si è rotto, frantumato e affondato in meno di 90 minuti.

Il costo del fallimento a Torino

La Juventus è da tempo un club in cui la mediocrità viene punita con rapidità. Leggende come Buffon, Chiellini e Del Piero si sono guadagnate i gradi con passione e determinazione. Per chi non ce l’ha fatta, la porta raramente viene aperta.

La reazione dei tifosi è stata feroce, ma in gran parte a sostegno della decisione del club. “Costa avrebbe dovuto essere venduto la scorsa estate”, ha scritto un juventino di lunga data su X (ex Twitter). “Senza grinta. Senza cuore. Non indossa la maglia con orgoglio”. Altri sono stati più comprensivi, riconoscendo che potrebbe essere stato catapultato in un ruolo per il quale non era mai stato mentalmente preparato.

Con lo Scudetto ormai irraggiungibile e le speranze di Champions League appese a un filo, la Juventus sta chiaramente entrando in modalità ricostruzione, a partire da chi non ne ha più bisogno.

Il capitolo finale o l’inizio della redenzione?

Per quanto riguarda Costa, il suo futuro è incerto. Alcune voci lo collegano a un ritorno in Portogallo, altre suggeriscono un passaggio alla Süper Lig turca o addirittura alla MLS. Ma ovunque finisca, la macchia di questa partenza lo seguirà.

Un attimo. È bastato. Un singolo errore di valutazione in una notte piovosa a Bologna non è costato solo tre punti alla Juventus, ma è costato ad Alberto Costa il suo sogno bianconero, la sua reputazione e, forse, i migliori anni della sua carriera.

Perché nel calcio, come nella vita, un attimo può elevarti alla grandezza… o condannarti all’irrilevanza.

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