
In quella che è senza dubbio una delle storie più sensazionali del calciomercato estivo, l’Inter ha confermato l’acquisto di Juan Jesus dall’SSC Napoli per la sbalorditiva cifra di 50 milioni di euro, segnando un ritorno spettacolare a San Siro per il difensore brasiliano. L’operazione è stata soprannominata “Un ultimo ballo a Milano” da tifosi e opinionisti, poiché il trentatreenne torna nel club dove ha trascorso cinque anni formativi della sua carriera.
Juan Jesus, reduce da uno storico trionfo in Scudetto con il Napoli sotto la guida di Antonio Conte nella stagione 2024/25, ha firmato un contratto da record che lo vedrà legato all’Inter fino a giugno 2030. L’accordo a lungo termine, raro per un giocatore della sua età, riflette l’immensa fiducia e la richiesta personale di Simone Inzaghi, che vede Jesus come una parte vitale del suo nuovo progetto difensivo.
La chiamata personale di Inzaghi
Fonti vicine ai vertici nerazzurri hanno rivelato che Inzaghi è stato “determinante” nel riportare Juan Jesus al Milan. Si dice che l’allenatore abbia chiamato personalmente il brasiliano, esprimendo il suo desiderio di costruire una spina dorsale di leadership attorno a lui e ad Alessandro Bastoni, un duo che ha descritto come “due dei più grandi difensori d’Italia in questo momento”.
Parlando durante la presentazione, Juan Jesus ha rivolto un messaggio emozionante e determinato ai tifosi dell’Inter:
“Sono qui per aggiungere e riportare la gloria nerazzurra a lungo e scrivere la mia storia insieme a Bastoni. Questo non è solo un ritorno, è una missione. Sono cresciuto, ho vinto e ora torno a casa più forte, per un ultimo ballo a Milano”.
L’annuncio ha scosso il calcio italiano, non solo per il prezzo o la sua età, ma per il valore simbolico che il trasferimento porta con sé. Per i tifosi dell’Inter, Juan Jesus rappresenta un legame con il passato, un guerriero con rinnovato ardore e ora un leader di un nuovo capitolo.
Addio al Napoli
Juan Jesus lascia il Napoli da campione di scudetto, dopo aver giocato un ruolo fondamentale nella difesa ferocemente disciplinata di Conte che ha sbalordito il campionato. Dopo aver vinto il campionato di Serie A nel maggio 2025, molti si aspettavano che il veterano difensore rinnovasse per un’ultima stagione. Tuttavia, il fascino dell’Inter, il club dove è iniziato il suo viaggio europeo, si è rivelato irresistibile.
In un sentito post sui social media, Juan Jesus ha salutato i tifosi del Napoli:
“Mi avete dato orgoglio, uno scopo e un campionato che non dimenticherò mai. Ma il destino mi richiama a Milano. Per finire ciò che ho iniziato. Grazie, Napoli, sarai sempre nel mio cuore”.
La rinascita difensiva dell’Inter
L’arrivo di Juan Jesus arriva in un momento in cui l’Inter sta vivendo una profonda trasformazione difensiva. Con Stefan de Vrij ormai prossimo al tramonto della sua carriera e Francesco Acerbi che si sta trasformando in un mentore, Inzaghi sta preparando il terreno per una nuova, audace identità difensiva. Insieme a Bastoni, Juan Jesus sarà il punto di riferimento del tridente difensivo, con giovani talenti come Zeno Debast e Valentin Carboni che dovrebbero crescere sotto la sua guida.
L’amministratore delegato dell’Inter, Giuseppe Marotta, si è rivolto ai media oggi:
“Questo non è solo un acquisto, è una dichiarazione. Juan torna come un campione, un leader e un giocatore che incarna i valori dell’Inter. Stiamo costruendo per il presente e per il futuro.”
Cosa riserva il futuro all’Inter?
Con questo clamoroso acquisto ormai ufficiale, l’attenzione si sposta su come Inzaghi modellerà la squadra attorno a questo nuovo duo di dirigenti. Secondo quanto riferito, l’Inter sarebbe anche in trattativa per estendere i contratti di Nicolò Barella e Federico Dimarco, garantendo che il nucleo italiano del club rimanga forte negli anni a venire.
Si prevede che Juan Jesus indossi la maglia numero 5, un omaggio simbolico al suo passato e un nuovo simbolo di responsabilità.
Mentre i tifosi cantano “Un ultimo ballo” per le strade di Milano, una cosa è chiara: Juan Jesus è tornato non solo per giocare, ma per scrivere la storia.