July 13, 2025
Joao-Mario

In uno degli annunci più simbolici ed emozionanti dell’era del calcio moderno, João Mário è ufficialmente tornato all’Inter – la città che un tempo lo aveva messo alla prova, ora pronta a incoronarlo – firmando un contratto fino all’estate del 2027.

Questo sorprendente ritorno arriva subito dopo quella che oggi viene descritta come la notte più buia della storia nerazzurra: una brutale sconfitta per 5-0 contro il Paris Saint-Germain nella finale di UEFA Champions League del 31 maggio 2025 a Monaco. Una notte che ha lasciato milioni di interisti sbalorditi, distrutti e con un disperato bisogno di un segnale, una scintilla per riaccendere la fiamma.

E quel segnale è arrivato, non con fuochi d’artificio o festeggiamenti, ma con silenziosa sfida e poetica determinazione. João Mário – il centrocampista un tempo partito, la cui storia a Milano è rimasta incompleta – ha scelto di tornare, non come un figliol prodigo, ma come un uomo rinato.

Dopo aver visto scadere il suo contratto con il Beşiktaş dopo un solido periodo in prestito, e aver rifiutato, a quanto pare, un emozionante ritorno al Benfica nella sua città natale, Lisbona, João Mário ha scelto di percorrere una strada diversa, che lo riporta a San Siro.

Le sue visite mediche, effettuate con discrezione sotto l’occhio vigile di Simone Inzaghi pochi giorni dopo il disastro di Monaco, hanno segnato più di un semplice inserimento tattico. È stata una dichiarazione d’intenti.

Parlando con il team media dell’Inter nella sua prima intervista al ritorno, il trentaduenne è stato incrollabile nella sua convinzione:

“Sono tornato a Milano per la gloria, per finire la storia. Me ne sono andato anni fa con molti rimpianti, ma il Milan non mi ha mai abbandonato. Ho giocato in tutta Europa, sono maturato, ho sofferto, ho imparato. E ora torno non per cancellare il passato, ma per scriverne la fine con orgoglio. Dopo il dolore di quella finale, sapevo che era giunto il momento”.

Il ritorno di João Mário non è solo un trasferimento. È un promemoria che il calcio, nella sua essenza, è narrazione. E alcune storie, per quanto tortuose, richiedono un capitolo finale.

Simone Inzaghi, che ha visto la sua squadra crollare a Monaco nonostante una stagione eroica, avrebbe approvato personalmente il trasferimento, convinto che l’esperienza, la versatilità e la fame di João Mário avrebbero contribuito a ricostruire sia lo spogliatoio che il sistema tattico. Il suo ruolo? Un centrocampista offensivo ibrido, capace di dettare il ritmo e offrire compostezza nei momenti in cui spesso regna il caos.

Il direttore sportivo Piero Ausilio ha dichiarato in un comunicato stampa:

“João Mário torna non solo come calciatore, ma come simbolo. Ha voluto questo trasferimento. Ha chiarito di sentire che qui la sua storia era incompiuta. Lo accogliamo non come un salvatore, ma come un credente”.

Con l’arrivo dell’estate e l’Inter che cerca di risorgere dalle sue rovine, il ritorno di João Mário offre più di statistiche o tattiche: offre speranza, riscatto e una storia che ha ancora pagine da scrivere.

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