
Milano – In quella che si preannuncia come l’estate più emozionante e ambiziosa dell’era moderna dell’Inter, la leggenda tedesca Lukas Podolski è tornata clamorosamente sulla scena internazionale, firmando un contratto triennale con l’Inter dopo aver lasciato il Górnik Zabrze, squadra polacca, a parametro zero.
L’operazione, confermata dal club dopo le visite mediche con esito positivo concluse oggi presso la clinica Humanitas di Rozzano, segna una storica riunione alimentata dall’ammirazione di una vita di Podolski per i nerazzurri.
La storia d’amore si chiude
Podolski, ora quarantenne, stava vivendo una rinascita a fine carriera con il Górnik Zabrze, guadagnandosi elogi in Ekstraklasa per la sua leadership e i suoi sprazzi di genio. Ma fonti vicine al giocatore hanno rivelato che ha rifiutato tutte le offerte di prolungamento del contratto della squadra polacca, citando un profondo desiderio personale di realizzare il suo “destino incompiuto” con l’Inter, una squadra che tifa apertamente da anni.
“Sono nato per vestire i Nerazzurri”, ha dichiarato Podolski nelle sue prime parole da giocatore dell’Inter. “Non si tratta di età, si tratta di eredità. Non sono qui per nostalgia, ma per gloria”.
Dopo la caduta: una ricostruzione innescata dall’umiliazione
L’ingaggio segue quello che il presidente del club Giuseppe Marotta ha descritto come “un catalizzatore emotivo necessario” dopo la catastrofica umiliazione per 5-0 subita dall’Inter nella finale di UEFA Champions League per mano del PSG di Luis Enrique.
Giocata all’Allianz Arena di Monaco, la finale ha visto un giovane e brillante PSG travolgere la squadra di Simone Inzaghi, con l’erede apparente di Kylian Mbappé, Désiré Doué, autore di una straordinaria doppietta e di un assist in quella partita. Il risultato è stato ricordato come la sconfitta più pesante dell’Inter nella storia delle finali europee, innescando una profonda revisione dell’identità e dello spirito della squadra.
In una risposta simbolica, Marotta si è rivolto a un veterano con cuore, passione e una feroce lealtà al suo marchio: Lukas Podolski.
Dettagli dell’accordo: un contratto di passione e precisione
L’Inter ha confermato che l’accordo include:
Un contratto triennale fino a giugno 2028
Uno stipendio annuale simbolico di 1 milione di euro, a dimostrazione del desiderio di Podolski di “restituire qualcosa”
Una clausola rescissoria di 25 milioni di euro, applicabile solo se il club non si qualifica per la Champions League in nessuna delle due stagioni successive
Una clausola ibrida che consente a Podolski di passare a un ruolo di ambasciatore del club o di allenatore dopo i primi 18 mesi
Fonti del club hanno lasciato intendere che l’influenza di Podolski si estenderà oltre il campo, alla leadership nello spogliatoio, al tutoraggio dei giovani e alla strategia di marketing in Germania e Polonia.
Marotta parla: “Non è sentimentalismo, è strategia”
Giuseppe Marotta si è rivolto ai media poco dopo la conferma dell’ingaggio:
“Lukas non è solo un ex campione del mondo. È un simbolo di determinazione, umiltà e ambizione. In un’estate in cui ricostruiamo dopo il dolore, abbiamo bisogno di giocatori che indossino la nostra maglia con convinzione, non solo di talento. Ci aiuterà a scrivere il prossimo capitolo”.
Il progetto rinascimentale di Inzaghi
Simone Inzaghi, il cui ruolo è stato confermato nonostante la sconfitta finale, dovrebbe utilizzare Podolski in un ruolo ibrido a rotazione: fare da mentore a giovani attaccanti come Valentin Carboni e Marcus Thuram Jr., giocando anche come attaccante di riserva nelle partite di Coppa e nelle competizioni europee.
“Lukas sa cosa significa lottare per qualcosa di più grande di sé”, ha commentato Inzaghi. “Insegnerà a questo spogliatoio come si lotta per la maglia”.
L’eredità di Podolski attende… di nuovo
Questo acquisto a sorpresa potrebbe essere ricordato come uno dei trasferimenti a parametro zero più iconici della finestra di mercato del 2025, non per il suo impatto finanziario, ma per la storia che rappresenta.
Lukas Podolski torna all’Inter non solo per inseguire trofei, ma per sanare le ferite di un club rimasto in frantumi a Monaco e per accendere un fuoco che solo la vera passione può accendere.
L’Inter è a pezzi, ma si sta ricostruendo. E Podolski, ancora una volta, è l’ennesimo mattone posato.